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Autore del messaggio: GL da Meknes
lasciato il 20/9/2013 ore 0:3

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Ieri sera ottima cena da Borj Eddar ( triste la conduzione, ottima la location, non si può avere tutto... ) ristorante lungo-oceano frittura mista di pesce, eccellente. Meknès: troppo stanco stasera x concentrarmi a scrivere. Sveglia alle 5,45 preparazione bagagli, alle 7,00 colazione e alle 8,12 partenza in treno x Meknes. Tutto secondo i piani, treni puntuali, efficenti. Arriviamo poco dopo le dieci e subito in taxi alla porta Bab el Mansour, centro nevralgico della città vecchia e ingresso alla Città Imperiale vicina all'ingresso della Medina. Non si può arrivare in auto al Riad e quindi a piedi cerchiamo di individuarlo. Immediatamente avvicinati da un volenteroso accompagnatore ( guidato dice solo dal senso di ospitalità) ci conduce, nonostante le nostre resistenze, alla porta del riad e si allontana. Lo avremmo trovato con grande difficoltà. l'ospitale Lo ritroveremo dopo e naturalmente ci proporrà di farci da guida ma non insiste nemmeno al nostro primo diniego. In riad ci accoglie Fatima, ci offre il te alla menta, mezzora di convenevoli ( il riad è bello ma meno manutenuto del precedente) e poi, dato che la nostra camera è ancora da fare, lasciamo i bagagli e iniziamo a vagabondare x la città. Fatima ci ha dato alcune indicazioni e una mappa più dettagliata della medina. Visitiamo la Medersa nel suq, il mercato coperto e la piazza antistante la porta Bab el Mansour, poi ci accomodiamo sulla terrazza del ristorante che da sulla piazza e sulla porta, consapevoli che probabilmente la cosa migliore che può offrire è la vista sulla piazza stessa. Così è: consumiamo due couscous de legumes niente di chè. Pomeriggio camminiamo in direzione del mausoleo di MI e poi tutto intorno il palazzo reale per raggiungere i granai, le stalle e il bacino del palazzo, alcuni km a piedi e sotto un bel sole.... Rientriamo, sempre a piedi in hostal per riprenderci e lavarci. Purtroppo non riusciamo ad incontrare Alexia che per motivi di lavoro arriva in città stasera molto tardi, peccato. Recapitiamo al suo hotel il pacchetto con l'henna per Gio e ceniamo da Gambrinus. Cena appena suff. Forse non abbiamo azzeccato a pieno le scelte? Rientriamo in hotel stravolti in taxi per quel che si può. Il resto a piedi. Domani vorremmo andare a Mulay Idriss cittadina sacra e a seguire Volubilis, una piccola Pompei moroccan. Buona notte.
<-------> Email: Gl@gl.gl

Autore del messaggio: Pole da Qui
lasciato il 19/9/2013 ore 23:14

Messaggio:
Qui tutto ok. Vi leggiamo e siamo contenti che tutto proceda per il meglio. Un abbraccio da noi tutti. Ciao!!!
<-------> Email: P@tin.it

Autore del messaggio: LoriGaetano da RabatAgain
lasciato il 18/9/2013 ore 19:55

Messaggio:
Rientro pomeridiano in Riad dopo aver scarpinato da stamani alle 9,00 circa. Subito in stazione dei treni per arrangiare la ripartenza da Rabat, abbiamo acquistato i biglietti del treno x domattina, cambiato il denaro necessario per i prossimi giorni e poi, a piedi, ci siamo recati alla chellah, attraversando tutto il quartiere dei vari ministeri marocchini. la Chellah è un sito romano rimaneggiato in epoca medioevale appena fuori le mura della città nuova. Visitato il sito in poco più di mezzora, interessante, siamo tornati sui nostri passi per visitare il palazzo reale per poi recarci verso la Tour Hassan. Il palazzo reale è in relatà una cittadella, che ci costa qualche km di strada, non si può attraversare ma occorre entrare e uscire dallo stesso lato e inoltre non si può visitare e nemmeno avvicinarsi troppo all'ingresso. Comunque i giardini e tutto lo spazio intorno è visitabile e vale un'occhiata. Usciamo con l'intenzione di prendere un taxi e ci incamminiamo in direzione tour Hassan. Non passano taxi liberi fintanto che ci rendiamo conto che la distanza non è poi così grande e quindi proseguiamo a piedi. Lungo il tragitto, in una via laterale scorgiamo un ristorantino nel quale sembra interessante fermarci. È molto buio e arredato in stile tradizionale, completamente tapezzato di tessuto grezzo di lana anche al soffitto, cuscini e tavoli bassi. Io provo la pastilla, una specie di tortino in crosta farcito di un impasto di pollo, spolverato di zucchero a velo e cannella. A metà tra un dessert e un arancino, dolce e salato. Lori invece va su insalata Marocchina? Un piattone di verdure giuliene variamente condite. Scopriamo presto che alcune delle verdure sono poco digeribili, barbabietole, cavolo o cetriolo? Riprendiamo la strada per la tour hassan, attraversando la zona delle ambasciate con belle viste sul fiume che separa Rabat da Salè. Entriamo nel cortile che ospita il mausoleo di Assan II? E fiancheggia la tour hassan. Entrambi non sono visitabili ma poco importa, l' atmosfera che avvolge tali monumenti vale di per se la visita. Intanto però camminare comincia a costare molta fatica, sia per la decina di km che ormai avremo percorso, sia x il fatto che dal dopopranzo è uscito il sole ( stamani era coperto e minacciava pioggia) e quindi decidiamo di prendere il metrò leggero e recarci a Salè, anche se non è un posto prettamente turistico. C'è una medina con una moschea molto sacra, bandito l'ingresso ai non mussulmani e una medersa antica che si può visitare. Yallah (andiamo). Scesi dal tra camminiamo ancora un paio di km costeggiando le mura di cinta di Salè sotto le quali fino al mare lo spazio è ancora una volta occupato da cimiteri. Dalla posizione della maggior parte delle tombe si possono ricavare i punti cardinali, dato che loro dovrebbero essere tumulati sul fianco destro rivolti verso La Mecca. I conti tornano. Driblando una falsa guida che ci avvicina all'ingresso della porta che conduce alla medersa, e che tenta invano con scuse banali di fuorviarci verso altri tragitti ( forse un negozio di tappeti o altro?) arriviamo alla medersa, è molto bella anche se piccolina, interamente decorata con marmi intagliati, ricorda alcune architetture arabe viste in Andalusia. Torniamo a piedi verso il tram e ci fermiamo in um caffè per un tea alla Menta (tea b'na na) che ordino in marocchino e, incredibilmente, il cameriere capisce. Quando mi avvicino x pagare mi dice l'importo in dialetto maroccan e io invece non capisco, anche xchè, i numeri in arabo che ho studiato prima di partire non corrispondono al dialetto marocchino. Peccato, speravo di potermi impratichire un po, ma ho già visto che poche ,tra le frasi che ho studiato in arabo, sono utilizzabili in Marocco. Naturalmente Lori era l'unica donna seduta nel caffè ... Rientriamo in tram in Hotel e facciamo il punto della situazione, riposino e pianifichiamo dove andare a cena... Domattina 8,12 treno x Meknes.
<-------> Email: Gl@tit.it

Autore del messaggio: GaetanoLori da Rabat
lasciato il 17/9/2013 ore 23:23

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Sulla terrazza di dar Janis, il riad dove siamo alloggiati nella Medina di Rabat tira un vento fresco che inviterebbe al sonnellino. La stanchezza è tanta, siamo arrivati oggi pomeriggio dopo un viaggio non lunghissimo ma che ha comunque comportato una sveglia poco dopo le quattro del mattino. In aereo non abbiamo dormito se non qualche minuto. Il viaggio è andato bene, tutto secondo i piani senza nessun intoppo. Arrivati in perfetto orario a Casablanca e, sbrigate abbastanza in fretta le pratiche per il visto, il recupero del bagaglio, e il cambio dei soldi siamo saliti su un treno diretto a Casablanca con Cambio ( l'abbiamo scoperto lungo il tragitto) a metà strada circa. Alle tre del pomeriggio (ora locale con una ora di differenza) siamo arrivati a Rabat e, a piedi, ci siamo recati al Riad. Fa abbastanza caldo, specialmente sulla prima tratta in treno. La seconda è un convoglio con AirCon e si viaggia meglio. Stiamo nella Medina, dentro le mura color ocra della città. Il Riad è molto bello, quasi nuovo, aveva recensioni ottime e infatti è molto valido. Anche stare dentro la medina è molto più romantico e più "esotico" che fuori. Siamo usciti a piedi e ci siamo incamminati in direzione mare. Strano, usciti dalla Medina , per accedere alla "Marina" occorre attraversare un immenso cimitero che degrada dalla città fino al mare. Molto curioso, un cimitero a bord de mer. Mai visto. Dalla marina a piedi abbiamo raggiunto la Kashbah e anche se oggi non avevamo velleità particolari abbiamo dato una occhiata, molto carina. Poi, sempre a piedi rientriamo nella Medina e attraversiamo l'altro versante, fino ad uscirne nuovamente per un te a la ment in un caffè. Rientrati in riad e usciti per cena da Dar naji. Abbastanza buono. Sul terrazzo, oltre a me, un gruppo di romani si divide in due gruppi: uno guarda via Internet la tv Italiana, un talk show. L' altro commenta a voce alta le cazzate che dicono. Due @@. E allora vado a nanna. Al salamAlaykum
<-------> Email: T@tit.it

Autore del messaggio: Gaetano da Nowhere
lasciato il 16/9/2013 ore 15:42

Messaggio:
alora?
<-------> Email: t@tit.it

Autore del messaggio: Gaetano da Kathmandu
lasciato il 12/11/2012 ore 17:51

Messaggio:
L'ultimo giorno di viaggio siamo partiti presto al mattino per andare a Panauti, a circa due ore di bus, chickenBus, da Kathmandu. Occorre dire che i ChickenBus, quando non devono trasportarti per lunghe distanze sono sempre una bella esperienza. Si, perchè si viaggia pressati l'uno all'altro, in mezzo a un continuo saliscendi di persone e sacchi enormi di mercanzie, ortaggi, scopini, o qualsiasi cosa vi possa venire in mente e anche cose che non potrebbero mai venirvi in mente. Non perchè uno sia privo di fantasia, beninteso, ma perchè in questi paesi, cose che altrove sembrerebbero impossibili, accadono. Mi viene in mente per esempio, che stamani, mentre camminavamo verso il terminal del bus per andare a Panauti, abbiamo camminato per il centro di K. Per qualche km accento ad un signore, anche piuttosto anziano, che trasportava sulle spalle un divano. In mezzo ad una bolgia di motorette, rikshò, biciclette pedoni e auto strombazzanti per strade strettissime, lui trasportava un divano, come se portasse uno zainetto. Ma torniamo a noi, Arrivati al terminal dei bus ci dirigiamo istintivamente verso il bus che ci porterà a Panauti. Inizia la solita tiritera, si esce dal terminal a bus ancora semivuoto e il bigliettaio dalla porta aperta del bus ripete ai passanti al bordo della strada la destinazione del bus, a volte scende di corsa carica un passeggero al volo e risale dietro di lui come a proteggerne il completamente dell'ingresso in vettura. Già, perchè intanto il bus è già ripartito. A volte emette dei fischi acutissimi, modulati, dev'essere una specie di sonar con cui comunica coi passanti ai bordi della strada. Quando il bus è pieno a tappo e si è già quasi fuori città, si comincia a viaggiare un po più spediti, e poi tutto si ripete ad ogni ingresso di villaggio o paese che sia. Ma tanto è scomodo questo viaggiare quanto è dolce la sensazione di condividere così strettamente un tragitto con persone che ti sorridono, che si stupiscono che tu stia li con loro anzichè in un asettico tourist bus. Stamani, un bimbo che non riusciva a trovare una sistemazione comoda, tra un sacco di sementi e le gambe della mamma, ha deciso che avrebbe preferito viaggiare in braccio a me, dando per scontato che la cosa fosse normale anche per me si è spostato e ha iniziato a parlarmi in Nepali. Non abbiami capito nulla l'uno dell'altro, a parte i rispettivi nomi, si siamo fatti una foto insieme da soli, poi lui e la mamma sono scesi, Namastè. Intanto siamo arrivati, il bigliettaio si è regalato una mancia di 50 rupie sul prezzo della corsa, lo scopriremo solo al ritorno. Panauti è un'altro gioiello di architetture Newari con un'atmosfera da epoca passata che da queste parti spesso avvolge paesi e villaggi, ma non abbiamo più tanta voglia di fare i turisti in senso stretto, con guida alla mano, cercando di non perdersi nulla. Andiamo ad intuito, e se ci siamo persi qualcosa, pazienza. In un negozietto, l'unico di artigianato locale, vediamo delle statue scolpite che ci piacciono, ci pensiamo. I commercianti sono molto piacevoli, madre e figlio adolescente, dopopranzo torniamo a comprare il Buddha con una trattativa molto piacevole. Così come è stato piacevole l'acquisto delle singing bowl dalla signora della ong che recupera bambini di strada, ieri sera. Siamo agli acquisti finali,a domattina presto si riparte, che tristezza. Prendiamo il bus di rientro ed arriviamo a K. Sotto la pioggia, virto solo qualche goccia ad inizio viaggio. Ci concediamo ancora qualche minuto di shopping e poi in hotel a preparare gli zaini. Cena al third eye, sempre buona come la prima volta e...a nanna.
<-------> Email: K@.

Autore del messaggio: LoriTano da Kathmandù
lasciato il 11/11/2012 ore 13:53

Messaggio:
Janakpur è stata tutto sommato una tappa molto interessante, una faccia completamente diversa del paese, un luogo dove, zanzare a parte, siamo stati bene. Il volo da Janakpur a Kathmandu ci ha regalato una vista ancora spettacolare sulle montagne. Montagne che non conoscevamo perchè parte di un altro gruppo rispetto a quello dove siamo stati in trekking, tra cui anche l'Everest che abbiamo riconosciuto con difficoltà. Nuovamente a Kathmandu, sembra molto diversa da come l'abbiamo vista all'andata. Intanto sembra molto più pulita, dopo Janakpur ci vuole anche poco. Inoltre, stavolta, mi da la sensazione della grande metropoli, anche se conta solo circa 1 milione di abitanti. Probabilmente sarà a causa della dimensione dei villaggi nei quali siamo stati per la maggior parte del tempo in questo viaggio.insomma, cambiano i punti di riferimento e cambia la percezione del luogo. Mi sembra anche molto più bella di prima. Oggi siamo stati a Patan, altra città nella città di Kathmandu e bisogna dire che è un'altra perla per la bellezza della sua Durbar Square, per la quantità e la qualità dei templi e palazzi storici nei sui dintorni e per l'incredibile museo di oggetti sacri. Difficile ricordarne un altro di simile fattura in tutta l'Asia che conosciamo. Su Kathmandu non avevo grandi aspettative, occorre riconoscere invece che raramente una città, soprattutto in Asia, offre così tanti siti di interesse turistico. Il morale è così così, un po' perchè al nostro arrivo a K. l'albergo prenotato non aveva camere disponibili e ci ha piazzati in quello di fronte, peccato che era solo decoroso mentre noi ci eravamo concessi un finale "deluxe". È iniziata una serie di scazzi con l'hotel e con l'agenzia che si è risolta oggi, ci hanno dato una Super Deluxe per i restanti due giorni, offerto una colazione trasporto aeroporto etc. Comunque inizio già da adesso l'opera denigratoria, se vi capitasse, non vi appoggiate ad Agoda, sono dei dilettanti. E poi anche questo viaggio volge al termine ed è passato davvero in fretta, dite bene, sembra ieri d'esser partiti. A parte il piacere di rivedervi, non siamo ancora troppo stanchi Termineremo con una gita fuori porta, cerchiamo di finire con un luogo extraurbano. Panauti, a circa due ore di strada da Kathmandu per portarci via, speriamo, la sensazione di lontananza da tutto che si provava in montagna, e che è stata la particolarità di questo viaggio. Baci a tutti Ps: arriviamo col volo da Francoforte alle 22.55 di Martedi, si è offerto Enrico di farci da transfert. Ciao
<-------> Email: G@.

Autore del messaggio: Manuela da COLLEGNO
lasciato il 11/11/2012 ore 12:34

Messaggio:
Cari Tano e Lory, come sempre è stato interessante e divertente leggere il vostro diario di viaggio, sembra ieri che siete partiti, ma è già passato quasi un mese. Dateci i dettagli del volo di arrivo non appena potete, e fateci sapere se avete bisogno del pick up a Caselle. Un bacione da tutti noi


http://manu@libero.it
<-------> Email: manu@libero.it

Autore del messaggio: Franco da torino
lasciato il 10/11/2012 ore 10:21

Messaggio:
bene siamo ormai alla fine del viaggio, abbiamo letto il vostro ultimo messaggio e abbiamo riso per alcune situazioni che vi sono capitate , proviamo un po' di invidia per cio' che avete visto ma siamo felici che tutto vi sia piaiuto . salutandovi vi aspettiamo cosi' ci racconterete meglio la vostra avventura bacioni gecchi e franco.
<-------> Email: @.

Autore del messaggio: GaeLor da Janakpur
lasciato il 10/11/2012 ore 2:50

Messaggio:
Anche Janakpur è quasi archiviata, domattina abbiamo l'aereo per Katmandu, prima ed ultima tappa sulla via del ritorno. Janakpur è una cittadina molto interessante, tutta indiana come dicevamo, molto diversa dal resto del paese che abbiamo visto. Tutto o quasi è incentrato sulla valenza indù che ha la città, qui la natura buddista che pervade il resto del paese non si avverte minimamente. Anche il clima è radicalmente cambiato, qui è molto più umido, non si vede mai il cielo terso, non si sa se a causa dell'umidità o della polvere. Già, perchè le strade, a parte le due o tre arterie principali, non sono asfaltate e quindi la polvere è parte del paesaggio. La città e la sua periferia presentano tutte le caratteristiche, positive e negative, delle città indiane, e, per certi aspetti, le condizioni sembrano anche peggiori. in città ci spostiamo o a piedi o in risciò, non esistono taxi. Tutti i mezzi, a motore o a pedali, suonano di continuo clacson, campanelli, campanacci o qualsiasi cosa possa emettere qualche Decibel di rumore, per farsi largo nel traffico, contribuendo alla creazione della colonna sonora della città, un rumore di fondo praticamente continuo. Basta allontanarsi di qualche km perché il contesto cambi radicalmente, cedendo il passo a una campagna piatta con coltivazioni di un ordine quasi stridente rispetto al caos che regna in città. Campi di riso contornati da filari di piante più alte, lenticchie gialle, ci spiegano. Ogni tanto lungo la strada, sempre di terra, villaggi di agricoltori, con case, che i più facoltosi stanno ricostruendo in mattoni, ma che, per la maggior parte, sono costruite con incannicciate ricoperte di argilla. Oggi abbiamo raggiunto con un pizzico di audacia, un po' di fortuna e il solito immancabile aiuto di qualche indigeno, Dhanushadham , per lo stupore del nostro cameriere di fiducia in albergo che tirava ad accompagnarci. Non è stato particolarmente difficile, sono bastati un paio di bus locali, ma su una strada che non era indicata nemmeno su gmap e di cui neanche Lonely planet forniva informazioni. Se già in città non sono avvezzi a turisti stranieri figuriamoci a D. 18 km fuori in una località così remota. Ci sono alcuni Mandir, anche importanti, poi case di fango con decorazioni Mithila, alcune dipinte, altre con altorilievi, e poi, carri trainati da buoi, bufali d'acqua, Sadhu in pellegrinaggio, e la scuola, anch'essa realizzata in canne e fango. Chiediamo se possiamo entrare, e, come sempre, veniamo accolti con piacere. Si comportano come se fossimo una delegazione del ministero dell'istruzione, mentre passiamo vicino alle aule si blocca la lezione, tutti salutano, ci permettono di scattare qualche foto senza problemi, non indugiamo oltre, abbiamo interrotto la lezione. Fuori dalla scuola un gruppo di 11enni in ricreazione si avvicina, con curiosità ma non parlano molto bene inglese, allora partiamo dalla base, i'm from Italy and you? We are from Nepal, in coro. What's your name? My name is, e ognuno aggiunge il suo nome, sempre in coro. How hold are you? I'm eleven years old, ancora in coro. Mi sento tanto il maestro del libro cuore e quindi, non vado oltre. Tutto comunque molto pittoresco, il villaggio, la gita, la giornata. Pomeriggio rientriamo in città, pranziamo, e poi ci rechiamo a visitare, con qualche difficoltà di comunicazione col conduttore del risciò il tempio della grande scimmia, dove venerano Anuman, sotto forma di Macaco vivente chiuso in gabbia, obeso perchè ipernutrito dai fedeli. Almeno così dice la guida, secondo la quale il predecessore sarebbe morto pesando oltre 60kg. È morto anche il nuovo, di lui c'è solo appesa una foto e un cucciolo alla catena lo ha già sostituito, e intanto una dozzina di fedeli intona un mantra accompagnato da suoni di armonium e sonagli vari che ci rapisce qualche minuto. Anche qui veniamo accolti, invitati, scattiamo qualche foto e risaliamo sul risciò x tornare. Il conducente non capisce nemmeno quando, a scanso di equivoci, gli indichiamo come rilferimento i luoghi più noti della città. Non importa ti indico io la strada. Non sente bene e non ce la fa nemmeno a pedalare, spesso scende a spingere. La sua inadeguatezza si dissolve al momento di pagare. In questo riesce a farci capire quanto vuole meglio che se parlasse in italiano. Ne ridiamo, gli diamo quel che chiede, riceve anche forse i complimenti dai sui colleghi e si allontana soddisfatto. Ringrazia ancora sorridendo e portandosi la mano sulla fronte quando mi giro allontanandomi. Bella giornata, adesso rientriamo a combattere con le zanzare. Sono due notti che ci massacrano. Stanotte ci spalmeremo completamente di antimosquitos, dormiremo vestiti, dentro il sacco a pelo, con la ventilazione a velocità elicottero, voglio vedere.... Namaste a tutti.
<-------> Email: G@.
 
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