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Autore del messaggio: Gengiss Gaetan da Mongolia 2019
lasciato il 21/8/2019 ore 5:19

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Mongolia Torino 7/8/2019. Destinazione Mongolia, nottata difficile, non si dorme. 1000 pensieri, un po di agitazione e alle 3 sono gia sveglio, tento la lettura ma è inutile, mi riaddormento qualche minuto prima che suonino le due sveglie che ho puntato alle 5,10. Ho sonno, ma sono contento che finalmente inizi... Controllo sul telefono e vedo che c'è un car sharing disponibile ad un isolato, meglio, ho gia impaccato lo zaino e gli spallacci non sono disponibili per il trasporto. In più sono insolitamente carico, ho molti gadget da distribuire ai locals, sacco a pelo, scarponi etc. In ultimo ho buttato dentro anche un kway e una maglia tecnica leggera che avevo lasciato. Solo perché avremo un mezzo per tutto il tragitto. Ah dimenticavo, andiamo in Mongolia. Siamo io, il tour leader, e tre persone che conoscerò presto, Federico detto Fede, di Novara, col quale viaggerò verso Ulan Bator, Luigi detto Gigi, di Bologna, che viaggerà insieme a Michele detto Michelangelo :-) e ci riuniremo a destinazione. Non so molto altro. Ore 10,30 riuniamo tutto il gruppo e ci conosciamo di persona, mi pare che si sia tutti abbastanza eccitati, le impressione sono buone, dopo qualche informazione ci salutiamo, temendo che i controlli ci portino via molto tempo, e ci diamo appuntamento ad Ulan Bator, loro arriveranno 5 ore dopo di noi. Il volo Milano Mosca porta circa una ora di ritardo, il che significa che ci aspetta un transfer al fulmicotone. Avevamo una ora e 50 di tempo tra i voli, ridotte a meno di una. RIusciamo comunque, saltando qualche coda ai controlli ad essere al gate di ripartenza in orario. Purtroppo, però, questo significa che non troviamo i nostri bagagli all'arrivo ad Ulan Bator. Quello che tutti silentemente avevamo pensato, si è puntualmente verificato. Pertanto facciamo il lost and found, dobbiamo telefonare domattina per verificare. Azz non ci voleva. In aeroporto ci attende Leila, la ragazza che ci farà da guida, parla un po di italiano e Inglese, anche Ungherese e Mongolo (sperem). Ci lascia in Hotel, dove ci danno colazione, ci diamo appuntamento per le 13 con lei e gli altri due compagni di viaggio, Gigi e Michele, in arrivo da Pechino. Io e Federico prendiamo possesso della camere e dopo aver depositato lo scarno bagaglio residuo, usciamo per cambiare i soldi e procurarci la sim per telefono.
<-------> Email: G@.

Autore del messaggio: Gat da Teheran
lasciato il 4/5/2019 ore 8:15

Messaggio:
Iran - Teheran 2/5/2019 lasciamo con comodo l'ultima camera di m. dell'hotel Hafez, che non ci hanno prenotato, probabilmente. Qualcosa del genere era già successo all'andata, ma, non so perchè, avevamo riconfermato la prenotazione per il ritorno. Lasciamo quindi una bella recensione di m. all'hotel che si conferma "struttura di merda Iran 2019". Ci dirigiamo subito verso il museo nazionale, che, seppur con una esposizione un poco antiquata, esprime il valore della storia iraniana, mostra tutti i reperti importanti dei siti che abbiamo visitato durante il viaggio. Proseguiamo velocemente con la visita del museo di arte islamica, molto più moderno rispetto all'altro e con pezzi anche importanti, ma meno interessante per noi. Poi ci rechiamo al mausoleo santuario che custodisce le spoglie di Khomeini, 12 km fuori dal centro. Prendiamo appuntamento con il taxista per il passaggio notturno che stanotte ci condurrà in aeroporto per il rientro a casa e visitiamo il santuario. È davvero imponente, ma nonostante la calura risulta un luogo un pò freddo, senza troppa atmosfera. Decidiamo di rientrare in città in metro, ed è una scelta non troppo felice, è freddissimo, affollato ed anche un po lento. Scendiamo a Taleghani e da qui a piedi passiamo davanti al museo dello spionaggio Americano, la vecchia ambasciata USA, e poi cerchiamo un luogo per pranzo al parco della casa dell'artista iraniano, dove ci sono alcuni caffè galleria, teatri, luoghi per artisti contemporanei, non troppo ben visti dal potere, essendo di stampo laico e men che meno religioso. Proseguiamo su questo tema tentando di visitare il museo di Arte contemporanea, presso un altro parco, ma lo troviamo chiuso. Attraversando il parco si percepisce che è giovedì, e quindi prefestivo. La gente ci rivolge i soliti saluti, le solite domande, e qualcuno che padroneggia un pò meglio la lingua inglese si spinge anche ad andare oltre la ferrari, la juventus, e parla di cinema d'autore italiano, di De Sica, Tornatore etc. Un pò di soddisfazione ogni tanto... Qui a Teheran molti taxisti, quelli che privilegiati dal contatto forzato che hanno con te durante la corsa, hanno tentato di comunicare a tutti i costi con noi, a parole, o più goffamente, attraverso il traduttore di google, alcuni ci avrebbero invitato subito a casa loro se il tempo a disposizione lo avesse consentito, in maniera apparentemente genuina, senza doppi fini. Alcuni ragazzi ci chiedono di dove siamo, se non abbiamo preclusioni rispetto al paese, sanno che la "propaganda" occidentale li dipinge come sporchi brutti e cattivi, e si percepisce che mal sopportino questa situazione. Nessuno si risparmia da commenti politici critici, molto audaci ed espliciti, nei confronti del loro paese. Noi ci limitiamo ad osservare che la popolazione è semplicemente straordinaria per educazione, senso dell'ospitalità, cordialità e cortesia che mai sfocia nell'invadenza. La gente, gli iraniani sono sicuramente un plus in questo viaggio. Visto l'insuccesso nel tentare di approfondire l'aspetto arte moderna e contemporanea, attraverso la visita del museo, ci dedichiamo a qualcosa di più frivolo. Raggiungiamo in taxi la torre Midal, la quinta o sesta torre più alta del mondo, nella periferia nordovest di Teheran. All'interno c'è un museo delle cere, un museo metropolitano etc, ma tanto tutti vanno per la terrazza panoramica, e non è male la vista da quassù. Facciamo molti altri selfie con molti iraniani in visita come noi, poi pensiamo a cena e ci rechiamo allo stesso ristorante, il Gilaneh, nel quale eravamo già stati all'andata. Mangiamo bene e poi, sempre in taxi tentiamo di raggiungere l'hotel. Ma il taxista di Snapp, l'applicazione che abbiamo usato durante tutto il viaggio, l'uber mediorientale, è in notevole difficoltà nel raggiungerci, e lo aspettiamo per più di mezzora. Arriva molto dimesso, scusandosi per il gps mal funzionante. Siamo molto contrariati, ma diamo comunque un buon rating alla fine. Il resto è preparazione bagagli, aeroporto, lunghe code, metti e spoglia, e adesso, sul bus che mi porta da Malpensa a Torino, già ho nostalgia di questo viaggio.
<-------> Email: @.

Autore del messaggio: Gaet ghat da Shiraz
lasciato il 1/5/2019 ore 21:51

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Iran - Shiraz 1/5/2019 giornata dedicata al completamento della visita di Shiraz, usciamo non presto dall'hotel, anche perché dobbiamo impaccare i bagagli e lasciare la camera, il nostro aereo per Teheran parte stasera alle 21 circa. Inoltre non abbiamo più molto da vedere. Dopo aver preso un expresso prendiamo un taxi per la masjed e Nasir, e ci vediamo l'ennesima bella moschea, consigliato visitarla al mattino quando la luce del sole passando attraverso le vetrate colorate, produce una varietà di colori incredibile, che combinata con gli effetti dei tappeti, la rende un set fotografico perfetto. E infatti ce un milione di persone che scatta fotografie in frenesia totale. Se si riesce ad ignorare tale aspetto, la mosche è veramentIran -Shiraz, Bishapur, gole di Chowgan. 30/4/2019. Reza , che ieri ci ha accompagnati a Persepolis e Pasargade, oggi ci fa da guida per la gita alla città di Bishapur e i bassorilievi delle gole di Chowgan. Alle 7,45 in punto è in lobby, come convenuto, in auto c'è anche la moglie, che subito si affretta a cercare di spostarsi dietro, ma riusciamo a convincerla che non è necessario e infine resta al suo posto. Sulle prime, immaginiamo che la debba accompagnare al lavoro, invece viene con noi. Il tragitto dura circa due ore e attraversa una zona montuosa molto scenografica con canyon e montagne rocciose. Arriviamo a Bishapur, una delle tre capitali di epoca Sasanide, la città voluta da Shapur dove legittima e celebra la vittoria su Valeriano imperatore romano, anzi, la fa proprio costruire all'esercito romano catturato. Infatti la città presenta soluzioni architettoniche come gli archi, che sono di origine greco romana e non Achemenide. Il sito offrirebbe comunque poco, se non raccontato da uno bravo come Reza. La moglie è rimasta in auto. Lasciata Bishapur, poco lontano raggiungiamo le gole di Chowgan, e quando lasciamo l'auto nel parcheggio si chiarisce la funzione nella gita della moglie: preparare il picnic. Entriamo al sito infatti con stuoia, fornelletto da camping, borsa frigo e tutto quanto necessario al picnic. Anche in epoca passata il luogo era molto frequentato da villeggianti, e qui i Sasanidi avevano deciso di fare un pò di pubblicità al loro regno attraverso la rappresentazione scultorea, sulle pareti della gola, di 6 bassorilievi, in cui il Re Shapur o sconfigge nemici, riceve il potere da una rappresentazione zoroastriana di Dio, etc. Appena iniziata la visita si avvicina una donna, Reza confabula con lei e poi la presenta come la guida ufficiale del sito, dice che lavora anche lei per l'agenzia e, forzatamente sembra, le cede la scena. Però di quel che dice lei si capisce veramente poco, parla in inglese molto male e di tanto in tanto interviene lui. È una situazione un pò imbarazzante, non si capisce se è stato beccato a fare qualcosa di sbagliato, tipo aver bypassato l'agenzia nel portarci in gita, o altro. Lui sta sul vago e non risponde nemmeno quando gli chiedo se le dobbiamo qualcosa. Comunque non appena terminata la parte culturale, torniamo al picnic e la seconda guida pranza con noi. Abbiamo kalam polo, letteralmente riso e cavoli, con un profumo di spezie e gusto buonissimi. Facciamo i dovuti complimenti alla signora, fotografiamo l'evento e via che si mangia. Non indugiamo granché al termine, ma sprepariamo e subito in auto per le due ore circa di viaggio di rientro. Rientrati in hotel e usciti quasi subito, andiamo a fare shopping al bazar, poi a visitare la moschea centrale, la Masjed e Vakil, e poi un altro santuario, Bogh e yee Sayyed Mir Mohammed. Poi merenda con faludeh, il gelato di amido e limone, e ritorno al bazar per recuperare gli acquisti che avevamo lasciato al pasticciere. Rientro in hotel per la doccia, poi in taxi e cena al multi ristorante Haft Kahn, per cambiare un pò stile. Un ristorante multilivello che però è molto affollato nella zona tradizionale, scartati l'internazionale e il fast food, optiamo per la zona bbq. Cibo abbastanza buono ma luogo poco ospitale e freddo rispetto ai tradizionali ristoranti visti fin qui. Squadra che vince non si cambia. Rientro in zona hotel, ci concediamo ancora un caffe tea, alla caffetteria del signore simpatico. Poi sono solo sogni che cominciano a ricordare il lavoro, il tetto di casa da rifare.... E buonanotte e bella, ma a dire il vero lo sono tutte quelle che abbiamo visitato in Iran. Usciti dalla moschea, raggiungiamo a piedi il bel giardino e padiglione Bagh e Naranjestan. A differenza delle Moschee, i giardini non sempre han mantenuto quanto promesso, nonostante la fama e la protezione Unesco per molti di loro. Questo è finalmente molto curato e completamente fiorito. Molto bello. Subito dopo decidiamo di spostarci in zona "tomba di Hafez" il mausoleo sepoltura del poeta più amato dagli Iraniani. Poco prima di arrivarvi mettiamo il naso in un ristorante, che sembra un self service. Ne usciamo subito, ma veniamo inseguiti da un signore che sembra il proprietario, ci invita a vedere il piano superiore che sembra un vero ristorante e il rooftop che invece è un caffè per con shishia. Ci convinciamo a consumare il pranzo qui, ma il menù che ci mostra indica soltanto due piatti, lui se giocato tutto l'inglese che sapeva per strada e infine ordiniamo un piatto di carne e uno di vegetable, yogurt e due acque, poco convnti. Il cibo è abbastanza buono, ma il conto infine è da ristorante di rango, e inoltre chiede anche la mancia, ma secondo me lui era il proprietario. Ce ne andiamo un po scocciati e gli rendo pariglia con una recensione su google in cui racconto la mala parata. Infine raggiungiamo la tomba di Hafez, che non racconta molto, e dove abbiamo il nostro da fare a firmare diari e scrivere dediche a decine di studentesse vocianti in gita scolastica. Lasciata la tomba, raggiungiamo ancora a piedi il Quran gate, il monumento che ospitava un corano benedicente la città, e ricostruito dopo un terremoto una 40ina di anni fa dai commercianti autotassati si, per recuperare l'antica benedizione. Pensiamo di raggiungere un giardino in posizione dominante, ma ci sarebbe ancora da salire gradini e fa caldo e non ne abbiamo voglia. Prendiamo un'auto e raggiungiamo il centro della città, per un Mojito analcolico rinfrescante. Poi facciamo ancora un giro per il bazar, giusto per far passare un po di tempo ancora, facciamo qualche piccolo acquisto e infine ci avviciniamo a piedi all'hotel Aryobarzan, dopo aver preso un ultimo tea nella caffetteria vicina del signore simpatico, lo salutiamo rientriamo in hotel, ci prepariamo e quando è l'ora prendiamo un'altra auto per arrivare all'aeroporto. Arrivati al terminal internazionale, un attimo di panico, sembra che non ci sia il nostro volo, in realtà abbiamo solo sbagliato terminal, ma per raggiungere il nostro dobbiamo prendere un'altro taxi, la corsa più cara del viaggio 100000 IRR per poche centinaia di metri. Per i 10 km dall'hotel all'aeroporto il taxi di Snapp ne avrebbe guadagrati 95000 e gli abbiamo dato 150000. Adesso siamo in aereo per Teheran. A domani.
<-------> Email: S@.

Autore del messaggio: Gaetano da Shiraz Bishapur
lasciato il 1/5/2019 ore 5:31

Messaggio:
Iran -Shiraz, Bishapur, gole di Chowgan. 30/4/2019. Reza , che ieri ci ha accompagnati a Persepolis e Pasargade, oggi ci fa da guida per la gita alla città di Bishapur e i bassorilievi delle gole di Chowgan. Alle 7,45 in punto è in lobby, come convenuto, in auto c'è anche la moglie, che subito si affretta a cercare di spostarsi dietro, ma riusciamo a convincerla che non è necessario e infine resta al suo posto. Sulle prime, immaginiamo che la debba accompagnare al lavoro, invece viene con noi. Il tragitto dura circa due ore e attraversa una zona montuosa molto scenografica con canyon e montagne rocciose. Arriviamo a Bishapur, una delle tre capitali di epoca Sasanide, la città voluta da Shapur dove legittima e celebra la vittoria su Valeriano imperatore romano, anzi, la fa proprio costruire all'esercito romano catturato. Infatti la città presenta soluzioni architettoniche come gli archi, che sono di origine greco romana e non Achemenide. Il sito offrirebbe comunque poco, se non raccontato da uno bravo come Reza. La moglie è rimasta in auto. Lasciata Bishapur, poco lontano raggiungiamo le gole di Chowgan, e quando lasciamo l'auto nel parcheggio si chiarisce la funzione nella gita della moglie: preparare il picnic. Entriamo al sito infatti con stuoia, fornelletto da camping, borsa frigo e tutto quanto necessario al picnic. Anche in epoca passata il luogo era molto frequentato da villeggianti, e qui i Sasanidi avevano deciso di fare un pò di pubblicità al loro regno attraverso la rappresentazione scultorea, sulle pareti della gola, di 6 bassorilievi, in cui il Re Shapur o sconfigge nemici, riceve il potere da una rappresentazione zoroastriana di Dio, etc. Appena iniziata la visita si avvicina una donna, Reza confabula con lei e poi la presenta come la guida ufficiale del sito, dice che lavora anche lei per l'agenzia e, forzatamente sembra, le cede la scena. Però di quel che dice lei si capisce veramente poco, parla in inglese molto male e di tanto in tanto interviene lui. È una situazione un pò imbarazzante, non si capisce se è stato beccato a fare qualcosa di sbagliato, tipo aver bypassato l'agenzia nel portarci in gita, o altro. Lui sta sul vago e non risponde nemmeno quando gli chiedo se le dobbiamo qualcosa. Comunque non appena terminata la parte culturale, torniamo al picnic e la seconda guida pranza con noi. Abbiamo kalam polo, letteralmente riso e cavoli, con un profumo di spezie e gusto buonissimi. Facciamo i dovuti complimenti alla signora, fotografiamo l'evento e via che si mangia. Non indugiamo granché al termine, ma sprepariamo e subito in auto per le due ore circa di viaggio di rientro. Rientrati in hotel e usciti quasi subito, andiamo a fare shopping al bazar, poi a visitare la moschea centrale, la Masjed e Vakil, e poi un altro santuario, Bogh e yee Sayyed Mir Mohammed. Poi merenda con faludeh, il gelato di amido e limone, e ritorno al bazar per recuperare gli acquisti che avevamo lasciato al pasticciere. Rientro in hotel per la doccia, poi in taxi e cena al multi ristorante Haft Kahn, per cambiare un pò stile. Un ristorante multilivello che però è molto affollato nella zona tradizionale, scartati l'internazionale e il fast food, optiamo per la zona bbq. Cibo abbastanza buono ma luogo poco ospitale e freddo rispetto ai tradizionali ristoranti visti fin qui. Squadra che vince non si cambia. Rientro in zona hotel, ci concediamo ancora un caffe tea, alla caffetteria del signore simpatico. Poi sono solo sogni che cominciano a ricordare il lavoro, il tetto di casa da rifare.... E buonanotte
<-------> Email: @.

Autore del messaggio: Gadarius Cirus da Persepolis
lasciato il 29/4/2019 ore 21:8

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Iran -Shiraz, Persepolis, Naqsh e Rostam, Pasargade. 29/4/2019. La sensazione dei giorni che passano, e il tempo del viaggio col conto alla rovescia, comincia a farsi sentire. Ed è difficile da digerire, anche perché questo viaggio, deve ancora terminare, ma già ne sento la nostalgia. Oggi però è la giornata perfetta, quella delle grandi aspettative, il grande sito archeologico o il luogo di natura mozzafiato, quello che non manca mai in un viaggio. Oggi si chiama Persepolis. Il tempo è bello, ci svegliamo presto, che novità, e dopo colazione alle 7,45 in punto, come scolaretti ben educati siamo d'avanti all'agenzia come convenuto. Abbiamo preso un pacchetto full day che prevede tutte le più importanti mete archeologiche della zona. Il gruppo ed il pacchetto sono sempre una incognita. Le premesse però sono buone, si parte alle 8 in punto, i mezzi non sono dei catorci, prima di mettere piede a terra veniamo riforniti d'acqua, sembra organizzato bene. Arriviamo a destinazione, a Persepolis, veniamo radunati, ed entriamo. La prima introduzione la fa la guida giovane, sembra che reciti una lezione studiata all'ultimo minuto. Presto capiamo che sta facendo formazione insieme ad un'altra ragazza che ci ha rivolto qualche domanda in agenzia, e lascia la parola al "professore". Lui spiega in un inglese molto comprensibile ripetendo sempre due volte almeno le frasi, non si dilunga in grandi spiegazioni, ma le informazioni sono sempre ben distribuite e chiare. Traspare la passione per la materia ed il lavoro che sta svolgendo. Persepolis peraltro non è un sito che ti abbagli da distante, non è la piana di Giza, ne Macho Pichu, ma è stupefacente da vicino, per le sculture ed il significato che hanno. Ma è tanto più apprezzabile quanto meglio venga descritto. E noi oggi siamo cascati bene. E infatti ce lo godiamo a fondo. Unica pecca è la velocità con la quale affrontiamo il giro. Ma poco male, una scusante in più per tornarci. Comunque la visita dura per lo meno un paio d'ore ed alle 12 circa lasciamo il sito. Ripeto, molto interessante e ricco. Ci rechiamo quindi a Naqsh e Rostam per visitare le quattro tombe, Dario e il figlio Serse, tra i personaggi storici Achemenidi di maggior rilievo ne occupano un paio. Poi i bassorilievi di epoca Sasanide, per celebrare le glorie e le vittorie riportate da Shapur, tra gli altri un Valeriano in manette e Filippo l'arabo (du romanacci) in ginocchio, chiedono grazia a Shapur dopo essere stati catturati. Sempre dettagliata e precisa la spiegazione di Reza, la guida. 2 a zero. A questo punto il gruppo si divide, quelli della 1/2 giornata in un bus e gli altri nell'altro, ma non c'è posto per tutti e quindi noi andiamo in auto con Reza. Bene, ne approfitteremo per fargli altre domande. Ci fermiamo a pranzo da una famiglia, offrono un buffet in giardino, una situazione gradevole ed il cibo è buono. Peccato che per condire un po la festa sono vestiti da gitani nostrani, il padre sembra totò turco, e fanno ballare le due bimbe al suono di una nenia tamburellata. Non ne sentivamo un gran bisogno, ma occorre che qualcuno glielo dica. Terminata la pausa comunque salutiamo la famiglia e ci rechiamo a Pasargade, per la tomba di Ciro il grande. Questa, è poca cosa se non ben raccontata, è un grande sarcofago su una base a gradoni, tipo ziguratt, ma Reza la rende comunque interessante. Il resto è un lungo rientro in città. Un invito ad assaggiare il Faludeh, specialità di Shiraz, un gelato a base di amido e sciroppo di limone, offerto da lui. Rientro in hotel dopo aver preso accordi per un'altra gita con lui domani a Bishupur, per le rovine della dinastia sasanide. Cena in un ristorante imprevisto dove finiamo per caso, vicino all'hafez hotel, dove riprovo il Dizi, il nostro primo piatto persiano, che gusto anche di più della prima volta. Giornata speciale quindi, aspettative rispettate e forse anche superate. La giornata perfetta. Buonanotte.
<-------> Email: Dario@ciro.it

Autore del messaggio: GatShiraz da Shiraz
lasciato il 29/4/2019 ore 3:52

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Iran - Shiraz 28/4/2019 La lonely planet faceva cenno alla guida fatalista dei Kerman-esi, Vatan (detto anche Vatanen nel circo dei rally), a fine giornata ha preso circa tre dossi a velocità troppo sostenuta, almeno altri tre li ha scansati inchiodando all'ultimo momento, e altri due li ha presi troppo forte anche inchiodando. Due o tre sbandate, del resto il mezzo era un vero catorcio e per condurlo in linea retta occorreva tenere il volante a 35 - 40 gradi almeno. Se proprio vogliamo trovare un pregio, possiamo dire che almeno non viaggiava molto velocemente, per lo meno comparando la velocità nostra a quella delle auto che ci superavano. Quindi, quando rientriamo a tarda sera siamo stremati dalla fatica, della felicità per la bella giornata trascorsa tra deserti cittadelle e giardini, ma anche dalla tensione di stare su queste strade e con cotanto pilota. Quindi, stamani, la sveglia alle 4,45 per impaccare i bagagli e prendere l'aereo delle delle 7 per Shiraz, ci mette abbastanza in ginocchio. Quando arriviamo a destinazione dopo circa un'ora di volo, siamo molto stanchi. In Hotel non hanno ancora la camera pronta, mancano, secondo il cordialissimo efficientissimo ennesimo receptionist visibilmente gaio (bravissimo), 2 hours no more. Quindi seppur stanchi cerchiamo almeno di rendere produttiva questa porzione di giornata, e dato che dobbiamo organizzare, seppur senza fretta, la gita a Persepolis Pasargade, iniziamo a chiedere partendo dalla agenzia dell'hotel. L'impiegata ci accoglie senza troppo entusiasmo, caccia fuori un volantino e fa una telefonata per chiedere il costo della gita full day. Non capisco, immagino che il 99% della gente che entri in agenzia a Shiraz chieda di andare a Persepolis e a Pasargade ed hai bisogno di chiedere il prezzo al telefono, come se avessi chiesto il tour che vendi una volta l'anno? Comunque 45 $ a testa è la risposta, o almeno così noi capiamo. Sembra gia un buon prezzo, include ingressi trasporto e pranzo. Proseguiamo la ricerca poco lontano in una agenzia segnalata su lp, tira fuori la stessa brochure, che fa riferimento peraltro a loro, 19€ a testa, stesso tour. Sbalordimento per la differenza di prezzo, ma mettiamo in dubbio di aver capito male, comunque sottoscriviamo senza interrogarci oltre. Risolta la faccenda, resta solo tempo libero da dedicare alla città ed eventualmente alla ricerca di qualche altra escursione. Rientriamo comunque in hotel, piove un po e siamo molto stanchi, ci danno camera, anzi, una suite direi, e riposiamo fino all'una del pomeriggio. Poi usciamo a piedi, il tempo è non bellissimo, ma non piove. Andiamo a pranzo al Ghavan e poi, a piedi, verso il centro. Per dare un po di senso anche alla mezza giornata di oggi facciamo subito un ticket cumulativo e visitiamo la cittadella, i bagni sopra i quali sta sprofondando una delle torri ed il museo. Poi ancora un altro Hammam Vakil Bath, il bazar, il museo di arti applicate e l'holy shrine poco lontano. Inframezziamo con pausa gelato e assaggi Faludeh, un gelato fatto di amido e aromatizzato lemmon mint, specialita di Shiraz, e pause chiai. Poi ad ora di cena ci al risto Sharzadh, buono ma con molti gruppi, e per la prima volta molti italiani. Prima delle 22:00 siamo in camera, domani ci aspetta una giornata tipo, nuovamente con sveglia importante. Ciao a tutti.
<-------> Email: @.

Autore del messaggio: Gat da Kalut
lasciato il 28/4/2019 ore 4:1

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Iran - 27/4/2019 Rayen Mahan Kaluts desert. Con la puntualità di uno svizzero tedesco di mamma giapponese, Husein Vatan si presenta alla porta del nostro hotel, con la macchina scassone con la quale ci ha accompagnato ieri sera, e col nipote, seduto al posto del passeggero. Ha una guida piuttosto allegra, ma non va forte, almeno rispetto ad altri. In compenso, come fanno tutti, usa il telefono con disinvoltura mentre guida, e speriamo in bene. Sulle prime fancula un trattore che ci taglia la strada; dapprima molto garbatamente gli spiega che dovrebbe mettere la freccia, poi guardare etc etc, ma quando il trattore non dimostra il dovuto pentimento lo fancula con sprezzo e poi zio e nipote si fanno una risata d'intesa. Per fortuna altre cazzate a parte non vedere un dosso e chiapparlo un po forte non altro da segnalare. Prima di lasciare la città deve comunque passare dal meccanico per una faccenda personale. Poi si parte, la strada sempre un po monotona senza grandi spunti, ci fermiamo un istante a vedere piantagioni di pistacchi e dopo qualche km ancora siamo alla cittadella fortificata di Rayen. È molto ben restaurata e la visitiamo. In realtà Vatan ci accompagna personalmente, perchè qui a Rayen ha un altro gruppo di Italiani con una guida che dopo la cittadella andrà a camminare in montagna fino ad una cascata, e lui vuol controllare che sia tutto in ordine. E a noi fa piacere che sia lui perchè è una presenza piacevole. Dopo aver visitato la cittadella per circa un'ora, risaliamo in auto e andiamo a pranzo ai giardini Shezadh di Mahan, luoghi frequentatissimi i giardini dalle scolaresche in gita. Tutte ragazze, desiderose di farsi selfie con stranieri, troppo trattenute per buttarsi. Nessuna sa una parola in inglese. Pranziamo sul solito divanetto tappetato con i nostri amici e alle 15 circa ci mettiamo in strada per il deserto. A Shahdad visitiamo un'altra cittadella e poco dopo Husein ci lascia in una moschea col nipote in pegno, ha ricevuto una chiamata e deve fare un versamento urgente per dare soldi ad una delle sue guide. Poi finalmente ci inoltriamo nel deserto. Il paesaggio diventa tanto più bello quanto più ci avviciniamo alla meta. E infine si arriva nel luogo dove vedremo calare il sole, davvero grandioso. La guida parlava di montagne erose in stile monument valley, ma fatta la tara, non ci si aspettava un luogo così bello. Poi tornando ci fermiamo in un ecolodge, Vatan è stato fermato per strada da un ragazzo che sta terminando di costruire e glielo vuole mostrare, e lui è molto interessato, e anche noi lo siamo, andiamo in una casa Iraniana a prendere un te. Ci fermiamo per un'ora circa, una coppia molto giovane e senza figli ha messo su una casa di famiglia x ospitare turisti in gita al deserto. Dopo averci offerto del te facciamo visita alla struttura. Non ci sono letti ma solo grandi camere con moquette tappeti in terra e materassini e cuscini per passarvi la notte. Anche la cantina, dove passa il qanat, il canale d'acqua è allestito a dormitorio. Del resto il Kalut vanta il primato di deserto più caldo al mondo. Poi ripartiamo ringraziando e facendo foto con la proprietaria. Dopo una ora e mezza siamo in hotel, ci congediamo da Hussein e il nipote coi quali abbiamo trascorso una piacevole lunga giornata. Balza la cena e buonanotte.
<-------> Email: @.

Autore del messaggio: Husgat da Kerman
lasciato il 27/4/2019 ore 4:9

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Iran - Kerman 26/4/2019. Arriviamo a destinazione puntualmente, pochi minuti prima delle 2 di notte, nonostante la partenza fosse avvenuta con circa mezzora di ritardo. Il treno sarebbe stato molto confortevole anche per un viaggio più lungo, viaggiavamo in prima, con una cuccetta da 4 persone, distanza 300 km circa, costo 600000 IRR, circa 4€. Prendiamo un taxi collettivo alla stazione e, dopo aver depositato una famiglia a casa, ci porta al nostro hotel. Non ricordavo di aver prenotato un hotel a 5 stelle il Kerman Pars. Prima che si riesca a mettersi aletto sono comunque le quatto, quando ci risvegliamo, poco dopo le 7, siamo comunque a mezza forza. Ma la giornata è bella, abbiamo due giorni a Kerman e con l'energia della nuova scoperta ci mettiamo subito in cammino per il centro, l'hotel dista poco meno di 5 km, siamo nella parte moderna. È venerdì, la domenica Musulmana quindi tutti gli esercizi sono chiusi, ed è chuso anche il museo d'arte contemporanea, che avremmo visto volentieri, proseguiamo fino ad arrivare al Bazar, la vera attrattiva della città. In effetti è molto bello, restaurato da poco. Entriamo in alcuni bei caravanserragli, visitiamo L'hammam ed entriamo in alcuni bei caravanserragli. In realtà stiamo cercando di organizzare la gita di domani, vorremmo andare nel deserto Kaluts, ma sulle prime non troviamo nessuno dei luoghi che cerchiamo. Agenzie di viaggio chiuse, tourist office introvabili, ma siamo fatalisti e proseguiamo la visita della Masjed e Jamè e di un altro holy shrine piccolino, poco vontano. Poi ci avviciniamo al tempio Zooroastriano e nel bel caffè ristorante annesso, consumiamo pranzo a base di Bademjam, melanzane, cibo caldo secondo la teoria persiana, che raffreddo inconsapevolmente con un buon gelato allo zafferano. Usciti dal ristorante e rilevato che anche il tempio è chiuso, ci dedichiamo con maggiore tenacia alla organizzazione del domani. Con la guida in mano telefoniamo a Vatan Husein, quello che sembra il più accreditato, scambiamo un paio di info al telefono, e poi ci dice di trovarsi in un caravanserrai poco lontano e lo raggiungiamo. È un signore molto pacato, siede ad un tavolo di un caffè, eh si, si può organizzare, ma non tutto il giorno, nel deserto a mezzogiorno fa gia troppo caldo, bisogna arrivarci nel pomeriggio tardi, e forse ci sono 2 altre persone, per fare gruppo, ma potrebbero interessarvi anche le escursioni a Rayan e Mahan al mattino. Quando gli diciamo in quale hotel stiamo, ci da dei costi un po sovrastimati rispetto agli standard e quando glieli facciamo notare, dice, da mercante scafato, che stando nel miglior albergo della città... This is true, but was an accident, I booked very late and was everywhere fully booked around. Comunque ci lasciamo scambiando i numeri di telefono e promettendoci di confrontarci a sera. Poi rientriamo in hotel, ma prima faccio un paio di altri tentativi ad altre agenzie via wozzapp. Pisoliamo qualche ora e nessuno si è fatto vivo, e intanto è ora di cena, per cui in taxi ritorniamo in centro. Ritorniamo al Bazar e quindi al Caravans. di Hussain, e lo ritroviamo allo stesso tavolo, tanto da pensare che sia lui il proprietario del caffe. Ci accoglie amichevolmente, ci offre un te e poi ci informa che le altre persone per formare gruppo non ci sono. Ci propone auto per solo noi, tutto il giorno, per il pacchetto completo di cui dicevamo, alla cifra ragionevole di 60€, accettiamo. Dopo aver passato una ora e mezza con lui, alcuni familiari e amici, ci accompagna in auto in prossimità dell'hotel, domani ci viene a prendere verso le nove e mezza e dice, ci accompagnerà anche lui, ha un'altro gruppo che parte da Rayan per un piccolo trekking e vuole controllare che sia tutto in ordine. Spero che venga, è una fonte di informazioni preziosa e parla un buon inglese, oltre che una presenza piacevole. Poi decidiamo di saltare cena e rientriamo in hotel. Buona notte
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Autore del messaggio: Maymayheyhey da Yazd-to Kerman
lasciato il 26/4/2019 ore 0:54

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Iran - Yazd 25/4/2019 Sveglia libera. Alle 8 comunque siamo a colazione e poi prepariamo i bagagli (oggi pomeriggio abbiamo il treno x Kerman). Siamo pronti x uscire. A piedi ci dirigiamo verso l'ufficio postale x spedire l'unica cartolina che per abitudine spediamo a Gilliana. Poi sempre a piedi torniamo verso la Amir Chakhmaq. Entriamo al Saheb A Zaman Zurkhaneh, l'ex serbatoio dell'acqua ora adibito a zurkhaneh per l'appunto (letteralmente "casa della forza). Si tratta di una disciplina tradizionale in cui gli uomini si esercitano con pesanti bastoni di legno. Ci sarebbe anche un video esplicativo ma niente di interessante. Poi proseguiamo con il Museo dell'acqua. Foto e accessori che usavano gli operai che gestivano i serbatoi. Interessante. Abbiamo finito le cose da visitare. Quindi ci concediamo una pausa caffe semisdraiati sui classici divanetti in legno, tappeto e cuscini sempre nella piazza che e il fulcro della città. Sempre a piedi ci dirigiamo verso la Jameh Mosque per cercare il Marco Polo, ristorante segnalato da lp. È chiuso. Proviamo il Silk Road. Non ci piace. E quindi entriamo in un ristorante di cui non sappiamo nulla, neppure il nome. Mangiamo bene. Zuppa Scholi e kubideh x me, e filetto di pollo con zafferano e riso x Tano. Passeggiata di rientro attraverso i vicoli tipici del centro storico. Recuperati i bagagli ci facciamo portare alla stazione. Il treno che era schedulato x le 18.44 è in ritardo. Siamo partiti alle 19.30 e ora sto scrivendo seduta sulla cuccetta superiore dello scompartimento da 4. Oltre a noi c'e un signore anziano che parla solo farsi. Avremmo dovuto arrivare a Kerman alle 2. Chissa. Buon viaggio a noi
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Autore del messaggio: Al Sltn da Yazd Province
lasciato il 25/4/2019 ore 2:20

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Iran - ZeinODin 24/4/2019 caravanserraglio, Saryazd, Faraji, Yazd. Alle 7,45 siamo in auto con Muhammad, poco dopo la partenza ci avvisa che avremo altri due passeggeri, due ragazze cinesi, se non ci dispiace. L'auto è molto piccola, ma comunque, a detta sua, le cinesi sono molto piccole, 2 valgono come una persona normale. Ok, non ci sono problemi, le carichiamo e si stringono dietro le tre ragazze. Sono di Hong Kong, abbastanza simpatiche. Arriviamo alla prima meta di oggi, il caravanserraglio di ZeinOdin, uno dei pochi di forma circolare, perfettamente ristrutturato e trasformato in hotel. Molto bello, tira un vento molto freddo. Proseguiamo la gita e ci fermiamo a SarYazd, facciamo un po di giro per il villaggio e poi ci fermiamo a chiacchierare con un signore di 82 anni. In realtà Muhammad cerca di carpire aneddoti interessanti da poi raccontare ai turisti, è un giro formativo anche per lui. Ci spostiamo al castello poco lontano e lo visitiamo. È un labirinto di scale e volte, alcune parti son diroccate ma in molti posti si può salire al livello superiore. Molto interessante. In uscita alcune scolaresche di ragazze vocianti circondano Lori, rivolgendole domande dopo essersi confrontate con le compagne sulla forma esatta per porre la domanda in inglese. Qualunque sia la risposta, in ogni caso, provoca una salva di risate. Poi salutano con entusiasmo e ci allontaniamo. Ripartiamo e dopo circa mezzora siamo a Faraji. Qui abbiamo la certezza che la nostra guida non vi sia mai stato prima, deve chiedere informazioni cinque o sei volte prima di trovare il castello. È molto più diroccato dell'altro, più piccolo e non presidiato. Quindi, quando ci dice che si può tranquillamente entrare e scalarlo, lo facciamo solo per qualche metro, ma poi non ci fidiamo ed io e Lori usciamo. Dopo qualche minuto appaiono lui e le cinesi in cima da una finestra, ed allora entro nuovamente e li raggiungo. Da sopra si vede tutto il resto del villaggio ed i suoi Bagdir, per buona parte restaurato. Raggiungiamo quindi a piedi la moschea principale e torniamo per un'altra strada, troviamo un anguriaro e le cinesi comprano una anguria che consumiamo su una panchina. Buonissima. Molto interessante anche quest'ultima tappa. Rientriamo in città, salutiamo Muhammad e le cinesi e andiamo a pranzo leggero al Parsa restaurant. Poi a piedi rientriamo in hotel. Una doccia veloce e riusciamo quasi subito, ci dirigiamo verso la moschea E Jameh e la rivisitiamo, poi seguiamo il walking tour indicato dalla lp. Vediamo qualche casa storica, moschee, qualche hotel che conoscevamo, la prigione di Alessandro, e tutti i punti di interesse indicati sulla guida. Poi, decidiamo di consumare cena al Caffe Kohan, vicino al nostro hotel, scoperto passando vicino ieri. Lungo la strada ci fermiamo a fotografare dei panettieri all'opera, c'e la fila di clienti che aspetta i pani appena sfornati e noi ci confondiamo tra loro. Una donna uscendo con 4 o 5 pani caldi in mano ci fa segno di prenderne uno, ma non siamo sicuri che intenda questo, e decliniamo l'offerta. Prima che ci si possa allontanare un altro uomo ci porge uno di questi pani caldi, una specie di focaccia molto profumata, ed eloquentemente ci fa intendere che è per noi e desistiamo dal rifiutare, ringraziamo abbondantemente ma lui, ancora più platealmente, a gesti, ci segnala che è davvero onorato e sembra molto sincero. Era un'esperienza alla quale, pur essendo abbastanza preparati, avendo già informazioni sulla ospitalità e la gentilezza degli Iraniani, ci lascia un bella sensazione. E ci godiamo il buon pane caldo. Poi chiudiamo la giornata con la cena nel bel caffè di cui sopra. Non indugiamo oltre nello scomparto tappetato del ristorante. La giornata è stata lunga e subito dopo aver terminato di mangiare, paghiamo e usciamo. Siamo in camera pochi minuti dopo. Giornata da manuale del turista autonomo. Buonanotte
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